La situazione umanitaria in Libano è catastrofica, si parla di 1.2 milioni di sfollati, 3'500 morti e migliaia di feriti. Sempre più famiglie hanno bisogno di assistenza, dimora e beni di prima necessità come materassi, coperte, kit igienici, acqua.
60 membri dello staff di AVSI Libano e decine di volontari hanno assistito 16.000 persone al 20 novembre. Acqua, cibo, materassi, supporto psicosociale per i bambini.
La lettera di Marco Perini, di base a Beirut e Regional Manager di AVSI - Middle East and North Africa 26.9
Carissimi,
vi scrivo da Beirut perché insieme a voi per tanti anni abbiamo costruito la presenza di AVSI in Libano, incontrato e aiutato tantissime persone e ci siamo impegnati in grandi imprese o avventure come l’edificazione del centro Fada2i, punto di riferimento per molte persone nel Sud del paese. Questo è il momento più difficile della nostra storia, da mesi l’intero Sud del Libano è stretto tra Hezbollah e Israele, in una guerra drammatica che sta mettendo in ginocchio tutto e tutti, in primis le persone che ancora ci abitano.
Ed immagino le vostre domande e le vostre preoccupazioni che poi sono anche le mie e dei colleghi di AVSI Libano, che da cooperanti si sono ritrovati a condividere nel vero senso della parola i bisogni con le persone che aiutiamo tutti i giorni: anche loro hanno perso la casa, dei familiari, degli amici e soprattutto continuano ad avere paura e a non vedere una via d’uscita.
Cosa stiamo facendo?
Fino a qualche giorno fa il centro Fada2i e il suo interrato, protetto dagli spessi muri di cemento armato, era uno dei luoghi in sicurezza dove poter distribuire gli aiuti. Come funziona? Si decide il giorno e l’ora e le nostre equipe lo raggiungono con un sistema di sicurezza che vede la collaborazione dell’esercito libanese, del Contingente di Pace UNIFIL e dell’Agenzia delle Nazioni Unite OCHA. Poi facciamo arrivare i beneficiari in piccoli numeri, prendono quello che spetta loro, incontrano lo psicologo e le assistenti sociali di AVSI, si abbracciano, piangono e partono con il loro fagotto di cibo, di prodotti sanitari, di soldi per comperare gasolio o medicine.
In questo momento, in cui le bombe sono costanti e continue, per evitare assembramenti che potrebbero mettere in pericolo vite abbiamo momentaneamente dovuto diradare gli incontri, aspettiamo con trepidazione che ci diano la prossima green light, il famoso via libera che tra un missile e l’altro ci permette di stare a fianco delle persone. Il Fada2i rimane un luogo dove la speranza ha trovato casa, dove le persone vengono per ricevere qualcosa, ma soprattutto dove sentono la vostra presenza; sì proprio la vostra, perché quei muri parlano di un’amicizia che non si spegne.
Oggi siamo comunque operativi, con mille paure e difficoltà, ma ci siamo. Non solo al Sud ma anche a Beirut e nella zona della Bekaa.
Forniamo supporto psico-sociale a bambini, genitori e insegnanti che vivono nelle aree di conflitto e che sono sfollati interni (attiviamo un hotline per oltre 700 famiglie, forniamo gruppi di ascolto per 200 persone). Organizziamo attività di Art therapy per 50 bambini del sud per aiutarli ad esprimere le emozioni e superare questo momento difficile. Forniamo supporto finanziario per le famiglie più vulnerabili che sono sfollate, che rimangono nelle zone colpite e che hanno perso il lavoro (400 famiglie).
Collaboriamo con i Social Development Centers del MoSA (Ministero Affari Sociali) sia a Beirut che nel sud per la fornitura di prima assistenza alla popolazione colpita e sfollata: materassi, acqua, kit igienici per gli sfollati, equipaggiamento medico per quelli che operano nelle aree direttamente colpite.
Ma non basta, non possiamo lasciare soli 9 nostri colleghi del Sud del Libano che ieri hanno dovuto abbandonare le loro case per cercare un rifugio più sicuro. Non vogliamo smettere di lavorare con una organizzazione che due giorni fa ha perso una sua impiegata morta con il figlio sotto le macerie nella famosa valle della Bekaa e non possiamo accettare come tragico destino la morte di Nada, una giovane insegnante che sognando in Europa un futuro migliore è scomparsa nelle acque nere del Mediterraneo.
No, non possiamo e non vogliamo che queste storie finiscano subito dopo la lettura di queste poche righe e per questo abbiamo deciso di lanciare una campagna di emergenza: per continuare a sostenere la SPERANZA di tutte le persone che vogliono la Pace in Libano e in Medio Oriente.
Abbiamo bisogno di voi.
Grazie. Marco Perini, AVSI MENA Regional Manager